Alberto RosselliAntonio FornaroliArturo DanussoEgidio Dell'OrtoGio PontiGiuseppe ValtolinaPier Luigi Nervi

Tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta Alberto Pirelli, presidente del Gruppo Industriale Pirelli, propose di erigere la nuova sede amministrativa nell’area identificata come Brusada, occupata in precedenza dagli stabilimenti della Pirelli bombardati nell’agosto del 1943 durante il secondo conflitto. Per il progetto vennero incaricati gli ingegneri Giuseppe Valtolina ed Egidio Dell’Orto affiancati dagli architetti Gio Ponti, Antonio Fornaroli e Alberto Rosselli. Per Ponti l’etica del lavoro si legittima nell’estetica architettonica, definita come la dignità intrinseca delle proporzioni, della semplicità, della purezza, della “felicità” dei materiali e nell’estrema cura dei particolari. Ponti per questo edificio fu in grado di legittimare le ambizioni di Alberto Pirelli nella realizzazione di un progetto che riflettesse nell’architettura l’ideologia capitalistica del lavoro. Nervi, incaricato di redigere il progetto strutturale, fu lasciato libero di definire maggiormente la struttura permettendo di imporvi una sua personale poetica espressiva, componendo a livello strutturale un’interessante “messa in forma” dell’organismo statico, capace di relazionarsi con l’invenzione architettonica. Insieme a Danusso, consentirono la coesistenza all’interno del grattacielo di due elementi essenziali: la struttura e la forma. Il Grattacielo Pirelli diviene così emblema del significato pubblicitario che la stessa azienda cerca di rappresentare grazie all’algida perfezione del concetto di «forma finita», raffigurazione d’insieme che cerca di far coniugare una dimensione simbolica che si fa veicolo di significati e una dimensione più profonda legata alla città, alla tradizione ma soprattutto alla modernità. La sua limpida stereotomia è il risultato di una tale sintesi architettonica, rappresentazione di un elemento che prepotentemente cattura e concentra l’attenzione di chi arriva dalla stazione, divenendo un’immagine inconfondibile ed essenziale dello skyline di Milano.

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Architect:
Gio Ponti (1904-1984), Antonio Fornaroli (1906-1983), Alberto Rosselli (1921-1976)

Name of the building:
Grattacielo Pirelli

Site:
Piazzale Duca d’Aosta, Milan (IT)

Client:
Gruppo Industriale Pirelli

Contractors:
Bonomi e Comolli SILCE Spa

Engineer:
Giuseppe Valtolina (1904-1972), Egidio Dell’Orto (1923-2020), Arturo Danusso (1880- 1968), Pier Luigi Nervi (1891-1979)

Other actors:
Curtisa (curtain wall project);
Feal (curtain wall project);
Fratelli Greppi (curtain wall project);
Malugani (design and implementation of interior movable walls);
ISMES (realization of structural models);
Guido Oberti (reinforced concrete works tester).

Building permit:
1952 (municipal green light for submission of project for new Pirelli headquarters);
1953 (outline project presentation and changes to the municipal master plan);
1954 (first version of the executive project);
1955 (demolition of old buildings);
1955 (realization of structural models by ISMES);
1955 (processing structural solutions).

Start of construction works:
1955, late (provisional permit issuance for inland works);
1956, July 12 (permit of realisation of the above-ground works).

Intermediate stages:
1956 (curtainwall prototype design);
1957 (executive design of curtainwall modules);
1958 (completion of structural work);
1958-1959 (curtainwall installation);

End of construction works:
1960, february (official end of works);
1960, april 4 (inauguration of the skyscraper).

Construction system:
The structural organism of the Pirelli Skyscraper is defined by Nervi himself as a “gravity” system, that is, one that works thanks to the imposing mass of the structural elements of which it is composed. These, are identifiable in the “spikes,” the “butterfly” masonry partitions, and the block of rapid ascension systems. The three elements work in synergy to ensure structural stability within the volume. Another structural element of relevant importance is the floors, which are designed in such a way as to evenly dissipate the loads bearing on them, especially at the central space, as well as cooperating with the entire body to ensure the necessary structural stability of the skyscraper.